martedì 2 gennaio 2007

E perchè?

Certo, sono riusciti a convincere anche me per un po' che è bello, onorevole, giusto... Parlo di farsi il culo. Di sgobbare. Di fare sacrifici per arrivare, un giorno, seduto davanti al tuo plasma a goderti i frutti della tua vita da mulo. Moderno mastro don Gesualdo, vinci la tua sfida con la società, mostra il tuo valore, incanalati anche tu nel Sacro Percorso Che Porta Al Successo, sacrifica tutto il resto e impegnati al massimo per fare quello che ti porterà all'apice, perchè quella sarà la soddisfazione che darà il senso alla tua vita. Un'agognata laurea in ingegneria che ti permetterà di elevarti dal resto della massa patetica. E fallo al meglio!! Inibisci la tua fantasia e suscita l'ammirazione di tutti standotene chiuso in casa a studiare! E un giorno vicino o lontano, quando sarai laureato, quando il tuo titolo sarà apprezzato, quando sarai promosso, quando andrai a capo di un progetto, potrai finalmente goderti i tuoi mondiali sul videofonino, potrai permetterti di andare in centro col tuo monumentale SUV, e lasciarlo parcheggiato tutto il giorno a due euro l'ora, potrai avere talmente tanti canali sulla tele da non avere il tempo di guardarli, non ti basterà una sola sessione di zapping per sfogliarli tutti.
Io sono certo solo di una cosa. Che un giorno o l'altro questo mondo si riprenderà tutte le molecole del mio corpo per ridarle a qualche altra forma di vita che porterà avanti questa indecifrabile danza della vita. E potrebbe succedermi adesso. Potrebbe andarmi di traverso il tappino della penna che sto masticando, potrei cadere sul ghiaccio delle scale... Ce n'è molti di modi, anche di molto ironici. E quindi l'unico momento che conta è questo, non il prossimo e neanche quello appena passato. Non posso scommettere sul mio futuro. O almeno non posso puntare tutto il mio presente. Quindi non mi rompete, io voglio parlare con le persone, voglio fare, voglio toccare, respirare, ma adesso cazzo! Voglio conoscere ma voglio capire, non rinchiudetemi dentro questo nozionismo della mia università, non biasimatemi se in questo momento non sto dando il mio massimo per laurearmi. Non me ne vogliate, ma sono convinto che il successo al quale vogliono farmi sospirare, non è niente che mi renda più elevato, che renda la mia vita meno patetica o che sciolga le mie più semplici e umili paure da Essere Umano, che mi faccia stare meglio con le persone. E allora non lo voglio. Tenetevelo voi. Non voglio impegnare la mia vita per diventare un uomo con borse di inutilità nelle mani grandi come le borse sotto agli occhi.
E' vero che ormai ce l'ho quasi fatta, e non è il caso di buttare via tutto ciò che ho raggiunto fino ad ora, e forse per questo sono stato molto fortunato, ho potuto studiare e incontrare persone, ho una cultura, per quanto limitata, ho una certa flessibilità di pensiero, e potenzialmente, in una delle aree più ricche d'Italia, un avvenire almeno non incerto. Ma non riesco a provare invidia per chi ha sacrificato tutto ciò che lo rendeva vivo per raggiungere un traguardo imposto dalla società.
Vi vedo, incernierati sui vostri binari del successo: vi aspetterò alla stazione.
Forse era più facile scrivere che non ho voglia di studiare.

Nessun commento: